Alessandro Rizzo - 09-02-2005
APPELLO CONTRO IL RICONOSCIMENTO AI REPUBBLICHINI DELLA QUALIFICA DI BELLIGERANTI
In Senato un colpo di mano ha calendarizzato la discussione sulla proposta del "riconoscimento della qualifica di militari belligeranti a quanti prestarono servizio militare dal 1943 al 1945 nell'esercito della Repubblica sociale italiana (Rsi)".
E' un vero e proprio schiaffo storico e morale ai tanti uomini e donne, giovani e anziani che hanno combattuto contro il nazifascismo per la libertà e per la democrazia. La questione, già di per sè di estrema gravità, assume toni più pesanti quando si considera che la proposta di finanziamento, dovuto dalle autorità istituzionali alle associazioni di partigiane e resistenziali, in occasione del sessantennale della Liberazione, licenziata dalla Commissione Difesa per l'Aula sin dal 4 febbraio 2004, giace a Palazzo Madama da mesi e mesi, senza che il governo abbia ancora provveduto a renderla attuativa. Non solo: ma non ha avuto risposta la richiesta di interventi "per i cittadini italiani, militari e civili, deportati ed internati nei lager nazisti".
La gravità di questi fatti indignano le coscienze di coloro che hanno a cuore la difesa della democrazia e delle basi fondanti la nostra Repubblica, sorta dalla lotta di liberazione, condotta da coloro che si opposero con forza e determinazione a coloro che prestavano il proprio servizio alla causa dell'intolleranza e della vastazione civile, della violenza omicida.
Chiediamo pertanto come sezione ANPI "Martiri di Viale Tibaldi" di Milano di richiedere al più presto la cancellazione di questo provedimento, volto ingiustamente a equiparare i morti per la libertà ai morti per la repressione, e di provvedere fin da adesso a garantire i dovuti fondi alle associazioni impegnate a celebrare il 60° Anniversario della Liberazione, momento importante per la nostra Repubblica, nata dalla Resistenza antifascista; nonchè a consentire il giusto riconoscimento della titolarità per i cittadini italiani, militari e civili, deportati ed internati nei lager nazisti, di beneficiare degli interventi a loro dovuti.
In Senato un colpo di mano ha calendarizzato la discussione sulla proposta del "riconoscimento della qualifica di militari belligeranti a quanti prestarono servizio militare dal 1943 al 1945 nell'esercito della Repubblica sociale italiana (Rsi)".
E' un vero e proprio schiaffo storico e morale ai tanti uomini e donne, giovani e anziani che hanno combattuto contro il nazifascismo per la libertà e per la democrazia. La questione, già di per sè di estrema gravità, assume toni più pesanti quando si considera che la proposta di finanziamento, dovuto dalle autorità istituzionali alle associazioni di partigiane e resistenziali, in occasione del sessantennale della Liberazione, licenziata dalla Commissione Difesa per l'Aula sin dal 4 febbraio 2004, giace a Palazzo Madama da mesi e mesi, senza che il governo abbia ancora provveduto a renderla attuativa. Non solo: ma non ha avuto risposta la richiesta di interventi "per i cittadini italiani, militari e civili, deportati ed internati nei lager nazisti".
La gravità di questi fatti indignano le coscienze di coloro che hanno a cuore la difesa della democrazia e delle basi fondanti la nostra Repubblica, sorta dalla lotta di liberazione, condotta da coloro che si opposero con forza e determinazione a coloro che prestavano il proprio servizio alla causa dell'intolleranza e della vastazione civile, della violenza omicida.
Chiediamo pertanto come sezione ANPI "Martiri di Viale Tibaldi" di Milano di richiedere al più presto la cancellazione di questo provedimento, volto ingiustamente a equiparare i morti per la libertà ai morti per la repressione, e di provvedere fin da adesso a garantire i dovuti fondi alle associazioni impegnate a celebrare il 60° Anniversario della Liberazione, momento importante per la nostra Repubblica, nata dalla Resistenza antifascista; nonchè a consentire il giusto riconoscimento della titolarità per i cittadini italiani, militari e civili, deportati ed internati nei lager nazisti, di beneficiare degli interventi a loro dovuti.